Provocano meno disturbi di erezione, ma più dolore a livello mammario rispetto agli agonisti dell’LHRH. Possono essere associati ad altri medicinali o nelle prime fasi di trattamento per ridurre l’effetto provocato dal temporaneo aumento della produzione di androgeni (flare-up), oppure per tutta la durata del trattamento per potenziarne l’effetto (blocco androgenico totale). La terapia va assunta per 5 anni dopo l’intervento chirurgico oppure in sequenza dopo 2-3 anni di tamoxifene, per un totale di 5 anni di ormonoterapia.
Ora, al 7° mese di terapia in corso, sto decisamente bene, oserei dire senza alcun effetto collaterale rilevante. “In conclusione, è importante tenere conto anche degli effetti collaterali prima di prescrivere la terapia ormonale alla singola paziente ed è altresì importante che la paziente si confronti periodicamente con l’oncologo”, ha concluso la dottoressa De Sanctis. La terapia ormonale per il tumore dell’endometrio non è un’opzione terapeutica efficace in tutte le pazienti, ma solo in casi specifici. Nei tumori al primo stadio, se la donna è ancora in età fertile e desidera avere dei figli, solo in alcuni casi selezionati per preservare la fertilità si utilizza una spirale al progestinico così da evitare o rimandare l’asportazione dell’utero.
La radioterapia è un trattamento localizzato che rende la pelle molto sensibile, nel distretto in cui viene applicata. Esponendo al sole le zone interessate senza la giusta protezione, si corre il rischio di andare incontro ai fenomeni di recall, cioè di richiamo della reazione di sensibilizzazione cutanea. A fronte degli esempi sopra riportati di interazioni erbe-farmaci ormai ben documentate, nella maggior parte dei casi le conseguenze cliniche di queste associazioni sono quasi del tutto sconosciute, ed è d’altra parte praticamente impossibile, anche per un medico esperto, riconoscere tutte le combinazioni pericolose.
Questa associazione permette un potenziamento dell’efficacia della terapia ormonale e di ricorrere più tardi alla chemioterapia, in donne sia in menopausa sia in premenopausa. Molti tumori del seno hanno sulla superficie delle loro cellule recettori per gli estrogeni, per il progesterone o per entrambi. Per verificare tale condizione, si effettua un esame istologico sul materiale prelevato nel corso di una biopsia o dell’intervento chirurgico, Se i recettori sono effettivamente presenti, si dice che il tumore è positivo per i recettori degli estrogeni (ER+) e/o per quelli del progesterone (PR+).
L’osteoporosi è caratterizzata da una modifica alla struttura dell’osso con conseguente fragilità e maggior rischio di fratture; le più frequenti sono quelle a carico della colonna, del femore e del polso. L’80% delle fratture nei pazienti con osteoporosi derivano da traumi minori come rifare il letto, prendere in braccio un bambino, portare le borse della spesa, e vengono chiamate fratture da fragilità o fratture da stress. Non sono molti gli studi che hanno confrontato gli effetti sul metabolismo osseo da parte dei diversi inibitori ma da quei pochi non sono emerse differenze significative.
Il tamoxifene è usato da più di trent’anni per contrastare la crescita dei tumori al seno con recettori ormonali sulle loro cellule. Questo farmaco “inganna” i recettori occupando il posto riservato agli ormoni senza però agire come loro. Il tamoxifene impedisce così agli estrogeni di comunicare con le cellule tumorali e di stimolare la proliferazione di queste ultime.
D’altra parte, poiché la maggior parte delle interazioni oggi note tra erbe e farmaci sono frutto di singole e sporadiche segnalazioni da parte di operatori sanitari, è difficile stabilire con certezza una associazione causale. Più subdoli e certamente meno studiati sono ad esempio i rischi di interazioni tra gli anestetici (ed altri farmaci utilizzati negli interventi chirurgici) e le erbe assunte nel periodo preoperatorio. In particolare, il ginseng, il ginkgo biloba e l’aglio potrebbero aumentare il rischio di emorragie durante l’intervento, mentre la valeriana o altri rimedi erboristici ad azione sedativa potrebbero potenziare l’effetto sedativo degli anestetici. “Questi farmaci migliorano la sopravvivenza e ritardano o annullano il rischio di una ricaduta, ma si somministrano per almeno cinque anni e dunque è a maggior ragione importante tenere conto della qualità di vita delle pazienti che convivono così a lungo con questa terapia”, sottolinea la dottoressa.
Nelle donne gli agonisti dell’LHRH interrompono i cicli mestruali che, però, soprattutto nelle più giovani, possono ricominciare nel giro di sei mesi-un anno dalla sospensione della terapia. Una volta sospesa la cura, cioè, l’ovaio torna a funzionare, anche se nelle donne più vicine alla menopausa questo non sempre si verifica. Poiché boldenone prezzo in Italia il farmaco può essere pericoloso per il nascituro è bene discutere con il proprio medico quale metodo contraccettivo utilizzare durante la cura, indipendentemente dal fatto che il partner in terapia sia l’uomo o la donna. In quest’ultimo caso occorre anche accertarsi che non ci sia una gravidanza in atto prima di iniziare la cura.
Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Gli ormoni sono molecole prodotte nell’organismo da ghiandole appartenenti al sistema endocrino. Regolano l’attività di organi specifici che raggiungono attraverso il circolo sanguigno anche in aree distanti da quella in cui sono stati prodotti.
Per quel che riguarda i dolori articolari, avendo io di base una patologia reumatica, prendevo già antidolorifici, quindi posso solo dire che non sono aumentati. Finora non ho avuto recidive quindi, al momento, tratto gli effetti collaterali piuttosto che rischiare un nuovo cancro. «Prendendo in considerazione le cause più frequentemente riferite per la sospensione, o non regolarità, dell’assunzione terapeutica, si rileva come l’aspetto comunicativo tra l’oncologo e la paziente risulti determinante nell’azione di “rinforzo” alla assunzione della terapia “salvavita”, soprattutto nelle donne nelle fasce d’età over 65 e under 50. In alcuni casi, risulta inoltre molto utile completare la visita con ulteriori consulti specialistici (endocrinologo, ortopedico, nutrizionista, psiconcologo, medico esperto in medicine complementari), per aumentare la fiducia della paziente nel medico tutor e rinforzare l’alleanza terapeutica».
Trova il farmaco che stai cercando all’interno dell’elenco completo dei farmaci italiani, aggiornato con schede e bugiardini. Altri farmaci usati sono il fulvestrant, il medrossiprogesterone acetato e il megestrolo acetato, e nell’uomo gli antiandrogeni abiraterone acetato, enzalutamide e apalutamide.
Per ora gli effetti collaterali che sto vivendo e subendo sono forti vampate di calore (arrivano anche 10 volte al giorno!!) e un incredibile aumento di peso. Quest’ultimo lo sto combattendo andando a correre a giorni alterni e con una drastica (ma ponderata) dieta alimentare. Ora come ora il tutto è abbastanza gestibile, ma ho il terrore che mi vengano fuori effetti come quelli sotto descritti.
È importante, accanto alla terapia, curare lo stile di vita dedicandosi a una regolare attività fisica (utilissimo è camminare), prevenendo il rischio di cadute ed evitando movimenti scorretti, soprattutto a carico della colonna”, ha raccomandato la specialista. “Una delle soluzioni è cambiare il composto dell’inibitore dell’aromatasi oppure ricorrere a terapia farmacologica o non farmacologica; è importante poi che il reumatologo spieghi al paziente a cosa è dovuto il dolore e quali prospettive ci sono nel suo controllo. Nel tumore dell’utero, la terapia ormonale si prescrive solo quando la malattia colpisce l’endometrio, il rivestimento interno dell’organo, ma non quando riguarda il collo, cioè nel caso di tumore della cervice uterina. L’endometrio, infatti, come la ghiandola mammaria o l’ovaio, risponde ciclicamente all’azione degli ormoni sessuali femminili, estrogeni e progesterone, che nella donna in età fertile fanno proliferare e maturare ogni mese questo tessuto per predisporlo a un’eventuale gravidanza.